Pandolfini Turi - Attore del teatro siciliano (Catania 1883- 1962). Nipote di Angelo Musco ( figlio, cioè della sorella di lui,Anna, primogenita di ventuno figli, dei quali Angelo fu l'ultimo),per la prima volta recitò il 9 luglio 1908, quando aveva 25 anni, al teatro Sangiorgi di Catania, improvvisando una figura di cieco suonatore di violino nel San Giovanni decollato di Mrtoglio, interpretato dalla compagnia Musco-Bragaglia.
Ma era stato un breve fuoco: fino a trent'anni, infatti, seguitò a fare quel che sempre aveva fatto, il mediatore di prodotti del suolo; poi lo zio lo volle con sè. Non attore, però: segretario.Pandolfini stava attento, un occhio ai fogli-paga e alla corrispondenza, l'altro al palcoscenico, aspettando l'occasione buona, la quale arrivò quando nella compagnia mancò un attore che impersonasse, nel Paraninfu di Capuana, un ortolano do 45 anni.
Turi fu pronto, ma pretese che l'ortolano s'invecchiasse assai: 85 anni: aveva la passione per i personaggi d'età. Quell'attempatissimo ortolano- raccontava Pandolfini- ispirò vari autori: Pirandello ( per lo zio Simone di Liolà), Romualdi (per lo zio Rocco di Chiddu ca passa), Martoglio (per il cieco di guerra Nino Latino di Scuru).
E furono questi e pochi altri autori ad alimentare la sua passione per il teatro e a fargli scegliere definitivamente la carriera del palcoscenico. Staccatosi da Musco, formò una sua compagnia, in ditta anche con Rosina Anzelmi e con un repertorio prevalentemente dialettale: quello stesso di Musco e qualche novità in aggiunta (Martoglio, Pirandello, Capuana, Russo Giusti, Mulè).
A partire dal 1931 (La stella del cinema), ebbe parti in una trentina di film: L'albergo della felicità (1934), In nome della legge (1949), Altri tempi (1952), Un giorno in pretura (1953), Terza liceo (1954), Le signorine dello 04 (1955), Mi permette babbo? (1956), per non citare che i più popolari.
Indimenticabile l'interpretazione dello sketch La giara nel film Questa è la vita (1953), ispirato a testi pirandelliani. Nel cinema continuò la serie di tipi (mai macchiette, egli teneva a precisare), che gli furono cari agli esordi, nel teatro.
Sul retro di una foto donatagli, D'Annunzio scrisse questa dedica : <<A Turi Pandolfini robusto e florido ramo del gran Musco>>.
Enc. di Ct Tringale Editore 1987 |