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Tamburelli del Gruppo Folk Aulos


SHIBBOLETH
Canti & cunti


Gruppo Teatro Tempo











































































































































Francesco Buccheri Boley



Poeta satirico dialettale (Catania 1878-1961). Piccolo di statura con occhi da bassotto e baffi alla conan Doyle, <<sognava in versi>>: versi mordaci o teneri a seconda dell'ispirazione.

Fu amico di Martoglio, alla cui celebre rivista D'artagnan (1889-1904) collaborò. Soprattutto <<fustigatore dei costumi>>, ispirato da un indignato forte quanto quella - o più di quella - di Giovenale, costruiva anche nella ira, estemporaneamente, i suoi versi impietosi e impavidi; chi nom s'adoperava per il bene della collettività, era da lui colpito col motto e la sferzata.

Scrisse, su giornali e riviste, molte centinaia di poesie, che raccolse in ventuno volumi (Cari ricordi, per esempio, o Tempu persu, Raggia d'amuri, Cosi co' micciu, Mali frusculi, Cannunati, L'ultimi cuzzati, etc...): con la satira, ben si vede, anche il sentimento.

Alcune sue composizioni furuno musicate dai maestri Aiello, Lombardo, Reina e Tarallo. Quando, nel 1898, entrarono in funzione a Catania i tram elettrici, egli ancora ventenne, riuscì a trovare accenti patetici per poetare della <<Coppola>> che in quella occasione era stata assegnata ai tranvieri.

Fra i versi più belli, (musicati) citiamo: " Vurrissi ", " A gilusia ", " Occhi 'nfatati ", non perdette mai l'abitudine di recitare suoi versi o di improvvisarne a voce alta strada facendo.
Enc.di Ct Tringale Editore 1987