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Canti & cunti


Gruppo Teatro Tempo











































































































































Grasso Giovanni sr.



Grasso Giovanni sr. - Attore (Catania 1873-1930). II più grande attore tragico del teatro siciliano (il piu grande comico fu Musco, che esordi con lo stesso Grasso); si può anzi dire che il teatro dialettale siciliano nacque con lui.

Cominciò a lavorare col padre, un « puparo » a quei tempi famoso, don Angelo, rimasto ancor oggi celebre per 1'esagerata grandiosità che imprimeva alle azioni dei suoi paladini, si che il pubblico spesso lo beccava: « Grossa, don Angelo! »; Giovanni dava la voce ai pupi, anzi, come si dice in gergo,
« parlava i pupi».

Erano gli anni di Acireale; rigido, dietro le quinte, seguiva con la voce il movimento di Orlando, Gano, Carlo Magno. Poi, morto il padre nel 1888, divenne lui stesso puparo, erede dei suoi successi al Machiavelli, difficile banco di prova. Infine fu attore.

Scoperto da Martoglio, esordì nella Zolfara di Giusti-Sinopoli; raccolse successi grandiosi nel Berretto a sonagli di Pirandello, nella Morte civile di Giacometti, in Pietra su pietra di Sudermann, nella Figlia di Jorio di D'Annunzio, tradotta in siciliano da Borgese.

Ma riuscì grande soprattutto nella Cavalleria rusticana, che fu — come scrisse il filosofo Vito Fazio Allmayer — « il capostipite di tutto il teatro di Grasso »:un compar Alfio impetuoso, violento, prodigiosamente drammatico, gesticolante, col basilico all'orecchio e i pantaloni scampanati.

Formò la sua prima compagnia con Carmelina Tria primattrice, Angelo Musco brillante e piu tardi, all'inizio del '900, con Marinella Bragaglia (al posto della Tria). II suo repertorio illumina bene la sua personalità di attore: Malta, Zolfara. La morte civile, Cavalleria rusticana, I mafiusi di la Vicaria, Caccia al lupo, Nica, La figlia di Jorio, Feudalesimo, Dal tuo al mio.

Risali l'ltalia: Roma, Milano, Firenze, Napoli; poi Berlino, Londra, la Russia, gli Stati Uniti, il Sud America; e il nome e il successo crescevano. Grasso era un uomo alto, robusto, con baffetti radi e sopracciglia aspre, il volto butterato, il cappello sulle ventitre.

Quanti aggettivi gli hanno appiccicato? Primitivo, irrequieto, scomposto, passionale, vivace, tenero, delicato: tutto andava bene, compresi — e anzi in prima linea — i contrasti fra un termine e l'altro. Per Grasso-attore l'unica legge era quella del suo cuore, la legge dell'istinto.

Gli affetti piu dolci, piu spontanei, diventano il centro del nuovo teatro, il teatro che gli autori creavano apposta per lui; la venerazione della madre, l'amore alla propria donna, il rispetto all'amicizia sono i punti fondamentali sui quali ruotano i drammi che egli presentava al mondo.

Sono affetti che non hanno confine: la madre è tutto, la propria donna è tutto, l'amico è tutto; chi tradisce una di queste tre regole fondamentali, che sono la legge dell'amore, è degno di essere punito, ed è punito non perchè la logica vuole cosi ma perchè cosi comanda l'istinto, il cuore; è punito non per l'odio che suscita il traditore ma per l'amore che ispira il tradito, non per vendetta della colpa ma per l'annullamento della colpa.

Tentò il cinema (a quei tempi c'era soltanto il muto), nel 1912 in Zolfara, nel 1914 in alcuni altri, fra cui Capitan Blanco con regia di Martoglio e Sperduti nel buio, il piu convincente e sofferto; ma, nel complesso, senza grandi meriti, sicchè nessuno se ne rammenta più.

E la ragione c'e: gli spezzettamenti delle riprese cinematografiche gli troncavano la forza e gli smorzavano la passione. Giuseppe Villaroel descrisse cosi i suoi ultimi patetici anni: « Grave e fiacco, trascinava le sue giornate seduto in uno dei piu popolari caffe del suburbio, tra gente amara e raccogliticcia, tutto torbido e nuvoloso. Assorto nel suo squallido silenzio, aveva lo sguardo sbandato e malinconico dei tori trainati al macello ».

Nel 1956 Francesco De Felice, studioso di storia del teatro e autore drammatico, apportò una rettifica alla data di nascita del Grasso: « Nacque a Catania il 19 dicembre 1873. Errano il Dizionario dei siciliani illustri e l'Enciclopedia italiana, che lo fanno nascere ad Acicatena il 12 dicembre 1875». A documentazione, riportava il testo dell'atto di nascita.
Enc. di Ct Tringale Editore 1987
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